venerdì 24 maggio 2013

I grandi vuoti di Candida Höfer

“Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”.  Così Nanni Moretti si interrogava nel film Ecce Bombo. Di certo l’assenza dell’uomo dalle immagini di Candida Höfer non passa inosservata. Sono luoghi, quelli rappresentati dall’artista tedesca, in genere brulicanti di persone. Fa effetto vederli, nelle foto di grandi dimensioni, nella loro solitudine. Ci possiamo così concentrare sulla loro oggettività, sui dettagli. Seguire le forme e le linee racchiuse nello spazio dell’inquadratura scelto dalla fotografa. Candida Höfer esplora così la bellezza di questi luoghi spesso austeri, resi ancora più monumentali dalla scelta della prospettiva, del punto di vista. Cresciuta nella ormai storica Scuola di Düsseldorf,  insieme a  Struth, Gursky e Ruff,  ha quotazioni di mercato, in un certo senso, ancora accessibili. Con circa 50/60 mila euro è possibile acquistare le opere della sua serie dedicata ai tesori architettonici del nord Italia. I prezzi delle sue fotografie, negli ultimi anni, hanno avuto una crescita costante. Quasi un bene rifugio, per chi guarda all’arte come ad un semplice investimento finanziario. Sicuramente meglio di un titolo di stato.

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