mercoledì 18 febbraio 2015

La più accessibile delle arti


La fotografia è la più accessibile delle arti, la più democratica. Chiunque può realizzare un'immagine fotografica, anche una scimmia. Prima ancora che oggetto artistico, la fotografia è una pratica sociale. Raramente per esprimere un'emozione o fermare un attimo che vale la pena di strappare alla fluidità del tempo, ci serviamo del disegno o della scrittura. Ancora più raro è l'utilizzo della scultura. Sono mezzi questi che necessitano di capacità manuali e intellettive di gran lunga superiori a quelle impiegate per schiacciare un tasto. Cosa può rendere allora la fotografia un'opera d'arte? Considerazioni di carattere estetico, capacità di trasmettere emozioni ? Se così fosse le opere d'arte fotografiche sarebbero milioni, una percentuale significativa dei miliardi di fotogrammi conservati in forma di sequenza binaria su server sparsi intorno al mondo. La verità è che le fotografie come e più della pittura, della scultura e delle videoinstallazioni, si trasformano in arte solo quando vivono, respirano in un ambiente artistico che le ha accettate e del quale per qualche motivo sono entrate a far parte. Per questo il fotografo che vuole imporsi nel mercato dell'arte contemporanea deve indirizzare i suoi sforzi nel difficile compito di introdursi nel giusto ambiente. I contenuti, la forma della sua arte sono secondari. Emergere nel "mare magnum" della produzione di immagini con aspirazioni artistiche è un'opportunità riservata a pochi, a coloro che nascono in quell'ambiente ristretto popolato da critici, curatori e galleristi o che sono riusciti ad entrarne a far parte, grazie a particolari doti di intelligenza sociale. Per tutti gli altri rimane la platea di internet, i facili "like" raccolti sulla rete o le mostre a pagamento in una delle sempre più numerose gallerie "affittacamere".