martedì 21 gennaio 2014

Gallerie, critici, curatori, mercato.

Gallerie, critici, curatori, mercato. Questa è l'arte contemporanea, questo è il contesto nel quale deve provare a muoversi chi vuole cercare di imporre la propria visione, il proprio lavoro, la propria ricerca.  E' così in qualsiasi campo artistico e la fotografia non fa eccezione. Un muro spesso insormontabile per chi non trova la strada giusta per fare breccia. Una sorta di selezione naturale spesso basata su criteri imperscrutabili. Un'offerta di arte che supera di gran lunga la domanda. Un mercato che crede solo negli autori già affermati, certificati da un piccolo manipolo di gallerie, critici, curatori. Al margine di questo mondo dorato, un sottobosco di gallerie affittacamere, pennivendoli a pagamento e  aspiranti artisti pronti a pagare pur di avere un quarto d'ora di celebrità. Scagli la prima pietra chi non ha mai pagato per poter esporre le sue opere. Ma nell'era di internet e del consumo bulimico di immagini, ha ancora senso per un autore sconosciuto esporre tra quattro mura? Ha senso investire tempo e denaro solo per incontrare qualche amico davanti alle proprie foto magari ben incorniciate? La rete regala una vetrina ben più ampia e forse sarebbe il caso di cercare di utilizzarla al meglio per promuovere i propri lavori. Allestire una mostra costa e molto spesso l'esposizione si trasforma in auto celebrazione, al massimo in tre righe su qualche rivista di settore. Meglio allora potenziare la propria presenza sulla rete e cercare di raggiungere il mercato saltando intermediari di dubbia efficacia. Potrebbe non bastare ma almeno avremo reso la vita più difficile ai molti personaggi  che si aggirano ai margini dell’arte contemporanea. Figure, poco professionali, che vivono spacciando illusioni e gonfiando l’ego dei forse troppi aspiranti artisti affamati di spazio.