Alzi la mano chi, fotografo, non si è mai cimentato con la
tecnica del“mosso”. Una scorciatoia spesso praticata alla ricerca di una facile
“artisticità”. A volte un espediente perfettamente in linea con il concetto che
si vuole esprimere. Il fotodinamismo
futurista di Bragaglia è una citazione quasi necessaria. Negli anni l’uso e
l’abuso di questo effetto è rimasto ben documentato negli archivi e nei
cassetti di tanti fotoamatori, ma anche di tanti fotografi con maggiori
velleità artistiche. Uno dei campi di applicazione più battuti è quello della
danza. Una palestra per tanti adepti
dell’arte fotografica. Scie luminose contrapposte al buio del teatro, colori
sfumati e forme astratte dipinte dalla luce.
Tranne rare eccezioni, un vero orrore per gli occhi. “Dance this way” è
il titolo dell’ennesima mostra fotografica sulla danza e sul movimento. La
particolarità è che le immagini sono state realizzate dal famosissimo ex
ballerino Mikhail Baryshnikov. Basta questo per rendere questi scatti meno
noiosi e scontati della altre centinaia di migliaia già visti? Se l’autore delle
foto non fosse stato l’ex stella del Bolshoi, la Galleria Contini di Venezia gli avrebbe ugualmente
dato spazio ? Vendere delle opere realizzate da un personaggio famoso in tutto
il mondo è senza dubbio più facile che cercare di proporre il lavoro di qualche
artista emergente o sconosciuto. Ma è questo che ci aspettiamo facciano le
gallerie, gli addetti ai lavori ? Se la funzione del sistema arte contemporanea
è solo questa, consiglio di regalare ad attori, calciatori e veline una
macchina fotografica o dei pennelli e
una tavolozza. Potrebbe essere una buona mossa in vista della prossima mostra e delle prossime vendite a collezionisti sprovveduti.
triste verità
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