Ha 32 anni quando, nel 2000, Wolfgang Tillmans vince il prestigioso Turner Prize. Il primo fotografo non inglese al quale viene assegnato il premio dalla Tate Gallery. Affatto semplice avvicinarsi alle opere e alla sensibilità di questo artista tedesco. Nella sua produzione, inquadrature banali si alternano ad immagini di rottura dal carattere esplicitamente violento o pornografico ad altre squisitamente astratte. Vedendo le sue opere sfugge il nesso, il filo comune della sua ricerca, quella riconoscibilità a volte praticata come un mantra da molti artisti. “Sono interessato a capovolgere/ribaltare i pensieri e a mettere in dubbio conoscenze date a priori, il che certo è sovversivo, perché la cosa più difficile per tutti noi è cambiare il nostro punto di vista, o cambiare il nostro comportamento…” con questa dichiarazione Tillmans ha cercato di spiegare il suo lavoro. Negli ultimi tre anni le sue quotazioni, dopo un periodo di stabilità, sono tornate rapidamente a salire. Nel settembre dello scorso anno a New York, Phillips ha battuto una sua opera “Blautopf” per 71.000 euro. Si trattava di un lavoro composto da 10 c-print di cm. 30x40 ognuna.
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