Nelle opere fotografiche di Shirin Neshat appaiono spesso frasi in lingua farsi. Sovrascritture su volti e corpi di donne che chiamano in causa il complesso rapporto con l’islam, il sacro, la realtà e la magia. Leone d’Oro alla Biennale del 1999, l’artista iraniana, è ormai entrata a pieno diritto tra gli autori contemporanei consacrati in musei e case d’aste. Un percorso per certi versi parallelo tra valorizzazione del percorso artistico e successo commerciale. Se per lavori di piccole formato è sufficiente un investimento relativamente contenuto, compreso tra i 30 e i 50 mila euro, diverso è il
discorso per le opere di grande formato. Il record d’asta, stabilito da Christie’s Dubai per l’opera “Whispers” realizzata nel 1997, è di 171 mila euro. Oltre ad utilizzare il mezzo fotografico, Shirin Neshat realizza video e nel 2009, con il suo primo lungometraggio “Donne senza uomini” ha vinto il Leone d’Argento al Festival di Venezia.
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