Giorni, settimane, mesi
per realizzare una singola immagine. Le opere fotografiche di Sandy
Skoglund mettono in scena un universo di fantasia che sembra ribadire, ancora
una volta, come la fotografia possa regalare un mondo agli antipodi dalla
realtà. Uno specchio che rimanda, più che alla riproduzione del reale, ad una
rappresentazione che trova dimora e origine nella personale visione
dell’artista. Una fotografia che, lungi dall’essere un semplice ”indice” di ciò
che è stato, come ipotizzato da Pierce, ci mostra una finzione, una delle
infinite attualizzazioni di un’idea. L’artista statunitense sembra volerci
prendere per mano ed invitarci nel suo mondo surreale, fatto di simboli ed
ambientazioni spesso oniriche. Di colori, forme e monocromatismi stranianti che
caratterizzano i suoi tableaux vivants. Fino all’8 giugno è possibile vedere
alcune delle sue opere a Verona alla “OOOH! Gallery”. La mostra dal titolo L'inconsueto
familiare - Unusually familiar è curata da Valeria Nicolis, con la direzione
artistica di Mauro Fiorese.
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