Stabilire cosa è arte e chi può essere
definito artista è un esercizio piuttosto difficile e molto spesso porta solo a
vaghe e soggettive definizioni. E’, però, interessante vedere cosa sta avvenendo
nel mondo della fotografia contemporanea e del collezionismo. Prendiamo il caso
di Herb Ritts. Ha prodotto nella sua lunga carriera moltissimi ritratti e
servizi di moda per riviste come Vogue, Vanity Fair, Interview e Rolling Stone.
Ha anche creato campagne pubblicitarie per i più famosi stilisti a livello
mondiale come Calvin Klein, Chanel, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Giorgio
Armani, Valentino e molto altri. Ritts è stato un grande fotografo commerciale.
E’ riuscito, anche grazie al suo stile e alla sua sensibilità, a soddisfare le
aspettative dei suoi clienti. Herb Ritts non è mai stato però un artista, non si
riteneva tale, ne è mai stato definito tale. Dopo la sua morte, alcune
importanti mostre in gallerie e musei prestigiosi, hanno contribuito in modo più
o meno artificioso a renderlo estremamente desiderabile agli occhi dei
collezionisti. Le quotazioni delle sue opere, in breve tempo, hanno raggiunto
livelli notevoli. E’ stata, quindi, creata un’offerta per qualcosa che di fatto
non esiste. Non che non esistano delle ottime immagini di moda create da un
grande professionista. Semplicemente non esiste un Herb Ritts artista.
Sì, mi ricorda il fenomeno delle "affiches". Manifesti pubblicitari d'epoca che diventano oggetto di collezione per le generazioni successive. Alla base, e la fotografia che pubblichi ne è un esempio, c'è comunque un valore estetico indubitale che finisce per trascendere l'epoca e la funzione per la quale è nato. Lo definirei una sorta di "plusvalore" (Karl mi perdoni...) che trova nel collezionismo a posteriori la sua valorizzazione.
RispondiEliminaHerb Ritts non è un artista consapevole quindi, ma un realizzatore di oggetti estetici durevoli nel tempo, questo sì.
Ciao Fulvio, hai ragione. Quello che mi disturba è la pianificazione, la premeditazione con la quale alcuni galleristi, aiutati da istituzioni autorevoli, creano questo "plusvalore". I manifesti pubblicitari d'epoca sono divenuti oggetto di collezione, dopo molti anni, quando è emersa chiara la loro funzione sociale, la loro importanza come testimoni di un tempo ricco di trasformazioni. Ritts è scomparso da pochi anni e il mondo della fotografia di moda non è poi così cambiato. Mi sembra troppo evidente il fine prettamente commerciale dell'operazione Ritts. Passi per gli interessi dei galleristi ma il coinvolgimento di istituzioni museali mi lascia sconcertato.
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