Nasceva a Zurigo, cento anni fa’, uno
dei movimenti più innovativi e originali della storia dell’arte: il dadaismo.
Nel pieno del primo conflitto mondiale, nel leggendario Cabaret Voltaire, Tristan
Tzara fondava una delle avanguardie più innovative del primo novecento. Quella che probabilmente più
di ogni altra utilizzò il mezzo fotografico per interpretare la vita. E se la
vita per Tzara poteva sostituire l’arte, allora la fotografia era espressione
artistica allo stato puro, forse lo strumento più adatto all’estetica dadaista.
John Heartfield, Raul Hausmann e
Hannah Hoch sono alcuni degli artisti, che all’interno del dadaismo hanno utilizzato le
tecniche del fotomontaggio e del collage. Spesso al servizio della satira
politica, i fotomontaggi di Heartfield accostavano immagini molto diverse,
incuranti della prospettiva o del rispetto delle proporzioni. Di se stesso
affermava: “il pittore dipinge con i
colori, io dipingo con le fotografie”. Fu uno degli artisti più
politicizzati del movimento. Le sue opere, trovavano nei giornali dell’epoca,
più che nei circuiti artistici, la loro naturale destinazione. Frammenti
prelevati dalla stampa ritornavano così alla loro origine dopo un processo di
risignificazione.
Diverso l’approccio di Hannah Hoch che integrava i
fotomontaggi con interventi di pittura e inserimento di altri materiali.
Un’interprete raffinata del movimento, tra le prime ad intuire le potenzialità
evocative di questo mezzo espressivo. Grazie al suo lavoro in una casa
editrice, reperiva con grande facilità le immagini da quotidiani, riviste popolari
e di moda. Con le sue opere dai toni più intimi e delicati, paragonati a quelle
di Heartfield e Hausmann, affrontava temi anche lontani dalla poetica del
movimento, come la condizione della donna nella Germania dell’epoca.
Con la sperimentazione, il collage e
il fotomontaggio il dadaismo contribuì a rivoluzionare il concetto stesso di
arte che arriverà alle estreme conseguenze con il concettualismo degli anni
sessanta e settanta. Un contributo fondamentale al cammino della fotografia e
alla sua legittimazione nell’arte contemporanea.