martedì 22 ottobre 2013

Invadendo i territori dell'arte

“Invadendo i territori dell’arte, quest’industria è divenuta la più mortale nemica dell’arte…” questo il giudizio di Baudelaire sulla fotografia, percepita come una vera e propria minaccia. Più di  150 anni sono passati dall’affermazione del poeta francese, nel corso dei quali i rapporti tra l’arte ufficiale e la fotografia sono stati spesso controversi. Da qualche tempo però, specialmente fuori dai nostri confini, si è assistito alla rivincita dell’immagine  fotografica, che è riuscita a ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto all’interno dell’arte contemporanea. Le quotazioni di alcune opere fotografiche nelle aste internazionali testimoniano questa evoluzione. Dalla prossima edizione,  Bologna ArteFiera, al pari di altre fiere internazionali, dedicherà uno spazio alla fotografia,  grazie alla collaborazione con MIA Fair, la prima e più importante fiera d’arte dedicata alla fotografia e al video in Italia, ideata e diretta da Fabio Castelli.  “La nascita di questa collaborazione tra due delle realtà fieristiche più apprezzate a livello italiano conferma il ruolo sempre più importante che riveste oggi la fotografia come linguaggio d’arte contemporanea. Con la prossima edizione, ArteFiera dedica quindi un riconoscimento a questo mezzo espressivo artistico con una nuova sezione specifica”, così chiarisce Duccio Campagnoli Presidente di Bologna Fiere. Un successo personale anche di Fabio Castelli che con la sua MIA Fair ha contribuito, in pochi anni,  allo sviluppo del mercato della fotografia anche in Italia, con buona pace di Baudelaire e dei tanti detrattori dell’arte fotografica.

sabato 5 ottobre 2013

Mikhail Baryshnikov - La banalità della danza

Alzi la mano chi, fotografo, non si è mai cimentato con la tecnica del“mosso”. Una scorciatoia spesso praticata alla ricerca di una facile “artisticità”. A volte un espediente perfettamente in linea con il concetto che si vuole esprimere.  Il fotodinamismo futurista di Bragaglia è una citazione quasi necessaria. Negli anni l’uso e l’abuso di questo effetto è rimasto ben documentato negli archivi e nei cassetti di tanti fotoamatori, ma anche di tanti fotografi con maggiori velleità artistiche. Uno dei campi di applicazione più battuti è quello della danza.  Una palestra per tanti adepti dell’arte fotografica. Scie luminose contrapposte al buio del teatro, colori sfumati e forme astratte dipinte dalla luce.  Tranne rare eccezioni, un vero orrore per gli occhi. “Dance this way” è il titolo dell’ennesima mostra fotografica sulla danza e sul movimento. La particolarità è che le immagini sono state realizzate dal famosissimo ex ballerino Mikhail Baryshnikov. Basta questo per rendere questi scatti meno noiosi e scontati della altre centinaia di migliaia già visti? Se l’autore delle foto non fosse stato l’ex stella del Bolshoi,  la Galleria Contini di Venezia gli avrebbe ugualmente dato spazio ? Vendere delle opere realizzate da un personaggio famoso in tutto il mondo è senza dubbio più facile che cercare di proporre il lavoro di qualche artista emergente o sconosciuto. Ma è questo che ci aspettiamo facciano le gallerie, gli addetti ai lavori ? Se la funzione del sistema arte contemporanea è solo questa, consiglio di regalare ad attori, calciatori e veline una macchina fotografica o dei  pennelli e una tavolozza. Potrebbe essere una buona mossa in vista della  prossima mostra e delle prossime vendite a collezionisti sprovveduti.